Giardino degli odori

La Villa è caratterizzata da una notevole estensione in lunghezza, data dalla forma del lotto della location e dalle due direzionalità che esso suggerisce: quella che affaccia direttamente sul fronte stradale, col quale si pone in relazione stretta, e quella protesa verso la distesa marina di Santa Marinella.

Ed è proprio tale assialità che viene privilegiata già da una prima planimetria di Moretti, datata marzo 1955: il progetto si sviluppa infatti lungo le due direttrici, nascendo da una simmetria individuata in una galleria centrale distributiva, la quale poi si espande in modo asimmetrico ai suoi due lati.

La sequenza di spazialità dinamica si sviluppa, in pianta, seguendo un ritmo impresso proprio da tale galleria centrale, spina dell’intera composizione; alla galleria si accede, dalla strada, attraversando uno stretto ingresso che si immette in un ampio patio di forma simile ad un ellisse, il quale a sua volta ha come destinazione quello che Moretti inizialmente definiva “vestibolo”, una sorta di punto focale dal cui si dipana l’intera composizione espressiva e plastica della pianta, e si afferrano le viste prospettiche preferenziali: quella diretta verso il mare, e quella della grande sala finale, anch’essa protesa a mare ma mediata dalla membrana sottile costituita dalla modulazione degli infissi

Promenade

A livello spaziale la prospettiva viene favorita dalla presenza della galleria, che conduce verso il giardino esterno oppure verso la grande sala interna.

La centralità del “vestibolo” si evince in pianta dalla possibilità di immettersi in differenti spazialità seppure nella ristrettezza di un luogo distributivo quale un ingresso; e tale caratteristica permane anche nella pianta finale, sebbene nella prima planimetria autografa lo spazio del vestibolo fosse più precisamente delineato.

Si accede infatti alle due zone notte, a destra e a sinistra della galleria, caratterizzate entrambe da una voluta chiusura verso l’esterno, e da un’introversione rafforzata a livello di impatto visivo da un trattamento delle superfici, scabrose e spesse, le cui aperture si configurano solo come fratture e tagli, quasi incisioni nei forti spessori murari della location.

Torre panoramica

I servizi vengono abilmente inseriti al di là della superficie chiusa della galleria, sulla destra: in asse con la stessa sala e fortemente legati ai limiti del lotto, assumono una posizione che non scompagina le direzionalità dell’impianto, e creano uno spazio più introverso ed intimo, che affaccia su un piccolo giardino interno.

Infine, la composizione include un ulteriore spazio, quello naturale del grottone a mare, che viene incluso nel progetto con l’apposizione di un cancello di forte dinamismo e plasticità, modellato da Claire Falkenstein, pittrice e scultrice americana, alla quale Moretti affida tale opera per l’espressività che caratterizza le sue realizzazioni.

Giardino e discesa al mare

Alla centripeta direzionalità della zona notte della location si contrappone in modo netto l’apertura dei fronti superficiali della galleria nel momento in cui essa, in modo lento e sinuoso, si allunga e distende verso il mare, quasi a suggerire un percorso di progressivo disvelamento del paesaggio e dell’illuminazione naturale.

Il percorso della galleria è scandito da una membrana di infissi sulla sinistra e da una chiusura del prospetto sulla destra, ed è ritmato dalla presenza di uno spazio circolare che si immette nella linearità –seppur strombata- della galleria stessa: tale sala absidata media dunque la spazialità di un ambiente di transito e direzionale, quale è la galleria, e di uno spazio di destinazione ed osservazione, quale si configura la sala, col suo impianto rettangolare.

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